C’è qualcosa che influisce ogni giorno sulla nostra vita quotidiana:
Sappiamo che molte case sono state oggetto di una riqualificazione energetica, e spesso sono aumentati i rischi a causa dell’impiego di prodotti sintetici nella qualificazione energetica.
Sapete, l’ecologia e il risparmio energetico sono al centro delle politiche di sviluppo sostenibile, e non a caso il Superbonus 110% ha spinto molti a investire in interventi di riqualificazione, favoriti anche da un indubbio vantaggio per il commercio edile e per i progettisti.
Ma ecco la doccia fredda: ormai noi tutti sappiamo che a Roma, un incendio in un palazzo in ristrutturazione con pannelli isolanti sintetici ha messo in evidenza i pericoli di certe scelte nel campo dei materiali isolanti.
Questi pannelli, a norma e molto diffusi in Italia, in teoria sono sicuri, ma in condizioni estreme, possono diventare una origine di muffe, umidità e in casi davvero estremi di… incendi.
Per farvi comprendere meglio, potete fare un test: accendete un pannello isolante con una fiamma.
La scena? Il pannello si fonde su se stesso, rilasciando gocce incandescenti e un fumo scuro e tossico – scenario da brividi.
Questo esperimento, guardate bene, non è scientifico, ma è emblematico di quanto potrebbe accadere nella realtà.
La tipologia di pannelli usati nel palazzo di Roma era con certificazione di reazione al fuoco di tipo “E”, che indica un alto grado di infiammabilità, qualcosa che nessuno vorrebbe sentirsi dire riguardo alle pareti della propria casa.
Eppure, l’Enea sottolinea che il cappotto termico è la soluzione più efficiente per isolare un edificio.
Ma allora, dove sta l’errore? Nello specifico, i materiali potrebbero non essere il problema, ma piuttosto l’uso scorretto e una carente attenzione alle norme di sicurezza in fase di applicazione.
I lavori di ristrutturazione devono essere fatti a regola d’arte, da personale qualificato che rispetti rigorosamente le procedure di sicurezza.
Questo significa che lo sforzo deve essere collettivo: utilizzo di materiali innovativi e sicuri, una formazione adeguata dei progettisti, e una rigorosa sorveglianza dei cantieri.
La riflessione è inevitabile: nel desiderio di migliorare l’efficienza energetica, quali sono i compromessi in termini di sicurezza? E come possiamo garantire che l’efficienza non diventi una trappola?
Di fronte a questi grattacapi ambientali e di sicurezza, il dibattito si infiamma – e mai termine fu più appropriato.
Le soluzioni ci sono, ma richiedono una scelta consapevole e una realizzazione attenta ai dettagli.
Voi, come vi ponete in questa scacchiera di risparmio energetico e protezione dell’ambiente?
Ne parliamo, questo è il momento di essere informati e fare la nostra parte.
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